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Alfabetizzazione mediatica, competenza informativa e una buona dose di ὕβρις

In una mappatura dei progetti legati all’alfabetizzazione mediatica nei 28 Paesi UE del 2016, promossa dallo European Audiovisual Observatory, in Italia appaiono solo 20 progetti su tutto il territorio nazionale, quasi esclusivamente legati al mondo del digitale, in particolare social media e internet, e portati avanti dal terzo settore.

Giovedì sera ho presentato, nel contesto dell’iniziativa informale “Attiviamoci! Let’s Get Active!” promossa da Enrico Elefante, i concetti di alfabetizzazione mediatica e competenza informativa partendo dalla definizione stabilita dall’UNESCO nel 2011 per poi arrivare ad una riflessione legata al mondo del digitale.


Ancora una volta, mi sono resa conto di come un tema tutt’altro nuovo o originale sia in realtà molto poco conosciuto (o riconosciuto) nel panorama educativo italiano. Lo dimostra il fatto che molto spesso la terminologia italiana viene sostituita dalla più comune versione inglese MIL, ovvero Media and Information Literacy.


L’utilizzo di termini stranieri non è un accidente del caso, ma aiuta a distanziarci da un concetto fastidioso quanto una decina di sassolini nelle scarpe. È facile dire che “dobbiamo sviluppare le nostre competenze in media literacy”; un po’ meno ammettere che siamo analfabeti mediatici.


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